Sui ballottaggi in province e città, al centrosinistra non è andata così male. In effetti poteva andare peggio, come dimostrano le parole di Franceschini, che ha parlato di «un risultato per certi versi inaspettato», tale addirittura da indicare che «è iniziato il declino della destra». Alla fine, riassumendo, la maggioranza al governo prevale in 33 province e in 13 comuni, mentre l’opposizione mantiene 29 province e 17 comuni capoluogo. Sostanzialmente, il paese è spaccato a metà. Nelle città più importanti il centrosinistra si conferma a Bologna, Firenze, Ancona, Bari e, inaspettatamente a Foggia dove partendo da un risultato del primo turno sconfortante (26% contro il 42% del centro destra) ha saputo ribaltare la situazione, grazie anche al massiccio astensionismo, infliggendo al centro-destra una sonora battuta d’arresto (53,4% contro il 29,580). Anche in questo caso, come in gran parte d’Italia, l’apparentamento con l’UDC e con una frangia proveniente da destra (qui l’aspetto è più originale) è stato determinante.Ma è il rilevante astensionismo che a Foggia ha fatto crollare ogni tipo di strategia politica e di alleanze possibili. Se il centrosinistra con l'aggiunta di altre formazioni "fuori area" ha sostanzialmente tenuto, il centrodestra con solo qualche adesione "soggettiva" e con il peso dei non votanti ha ceduto clamorosamente. Da qui deve partire ogni tipo d'analisi sulle ragioni del voto.
Viceversa, a Firenze, Matteo Renzi ha stravinto ma c’era da aspettarselo e la vera sconfitta per lui era stata dover andare al ballottaggio. Renzi ha detto di aver preso, questa volta, un voto su tre anche tra gli elettori di Valdo Spini [il candidato dei comunisti fiorentini] e di Ornella De Zordo [candidata dei comitati] e ha annunciato che andrà a pregare sulla tomba di La Pira. Michele Emiliano, a Bari, ha travolto il centrodestra: signorilmente ha evitato di calcare la mano su Patrizia D’Addario, candidata dal ministro Fitto nella lista "La Puglia prima di tutto",però venerdì ha urlato dal palco, alla chiusura della campagna elettorale: "Noi l’amore non lo paghiamo!"
Viceversa, a Firenze, Matteo Renzi ha stravinto ma c’era da aspettarselo e la vera sconfitta per lui era stata dover andare al ballottaggio. Renzi ha detto di aver preso, questa volta, un voto su tre anche tra gli elettori di Valdo Spini [il candidato dei comunisti fiorentini] e di Ornella De Zordo [candidata dei comitati] e ha annunciato che andrà a pregare sulla tomba di La Pira. Michele Emiliano, a Bari, ha travolto il centrodestra: signorilmente ha evitato di calcare la mano su Patrizia D’Addario, candidata dal ministro Fitto nella lista "La Puglia prima di tutto",però venerdì ha urlato dal palco, alla chiusura della campagna elettorale: "Noi l’amore non lo paghiamo!"
Il centrodestra si è preso le province di Milano e Venezia e non è poco, ma vero è che la vittoria in nessuno dei due casi è stata trionfale. Guido Podestà per esempio ha battuto Filippo Penati con uno scarto di soli 4.626 voti. E Penati, politico di mestiere, ha commentato la sconfitta "rilanciando": "A Milano città si è aperta la caccia alla Moratti", ha tuonato, "anzi è lei a dover inseguire. La sfida è aperta!". Lui pensa già alle elezioni comunali del 2011, e non c’è nulla di male, però se vuole vincerle sarebbe meglio pensare al perché ha perso oggi. E dovrebbe cominciare a ragionare dai comuni dell’hinterland che hanno dato la vittoria a Podestà, uomo di Berlusconi, e dal rapporto con le sinistre. Al Nord, comunque, il centrosinistra mantiene quello che Repubblica chiama "qualche presidio importante": Padova e le province di Torino, Alessandria, Belluno e Rovigo.
Al centrosinistra va meglio al sud e, in Puglia, si affermano grossi comuni come Foggia e Bari ma non quelli di Lucera e San Severo, sin qui ritenute città se non rosse almeno rosate.
In Campania, ad esempio, su otto comuni al ballottaggio vince in quattro, a partire dal capoluogo Avellino e da Acerra [in provincia di Napoli]. Due le amministrazioni comunali campane che vanno al Pdl: Gragnano e Marigliano, entrambe in Provincia di Napoli. Due settimane fa, al primo turno, si profilava il disastro: il centrodestra aveva conquistato tutte e tre le province al voto [Napoli, Salerno ed Avellino] e cinque comuni su otto.
E adesso, buon lavoro a tutte le amministrazioni di ogni colore e ai posteri la prossima sentenza.
EffeTi



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