martedì 30 giugno 2009

Vincitori e vinti, o viceversa?




Ad una settimana o poco più dal ballottaggio non si spengono ancora le discussioni su chi ha vinto o su chi ha perso nelle elezioni comunali di Foggia. Nei, pochi, comitati ancora aperti, c’è chi aspetta ancora le decisioni del tribunale in merito alle irregolarità riscontrate nei seggi vantando ancora speranze di essere tra gli eletti e c’è chi si dedica alle valutazioni sul perché si è perso e su come si è vinto. Meriti e demeriti delle due coalizioni sono esaminati attentamente al microscopio e esce un risultato a dir poco sorprendente: Hanno perso tutti. Ha perso il centro-sinistra che, pur vincendo ha visto diminuire abbondantemente il proprio consenso, vuoi per un andazzo nazionale, vuoi per colpa della precedente amministrazione di ugual colore a questa ma di grande litigiosità che non ha risaputo ripianare e denunciare precedenti disavanzi di gestione. Ha perso il Centro capitanato da quella che doveva essere candidata per la destra e che invece si è ritrovata a condurre le truppe maculate di tanti capi e capetti che l’hanno portata al ballottaggio con l’apparentamento di centro-sinistra risultato, alla fine, vincente. Ha perso la Destra, inaspettatamente, dopo una campagna elettorale con poche proposte ma tanti festini e festoni. Ha perso l’Amministrazione pubblica che doveva garantire legalità e rispetto delle giornate elettorali e che invece è sprofondata nel mare del caos. Hanno perso gli “attacchini” di manifesti elettorali che, incuranti delle sanzioni, hanno spadroneggiato sulle cose e sulla gente con un’arroganza senza pari.
La misura si è persa e alcuni, come diceva Shakespeare, si sono innalzati con il peccato e altri sono precipitati con la virtù.
Chi vivrà vedrà.

EffeTI

sabato 27 giugno 2009

Il Gianni al lavoro.





Da ieri Gianni Mongelli ha preso possesso della poltrona di Palazzo di Città. Ha scambiato pur con qualche fatica la fascia tricolore con il sindaco precedente, Orazio Ciliberti, che si è detto ben felice di passare la mano ad un amico e compagno di politica (ma, ergo, il Gianni, non era astemio di cose politiche?).
Ora Gianni è lì, seduto su quella poltrona che scotta e dovrà cominciare a tirare fuori gli idranti per spegnere i fuochi ancora accesi e quelli che già stanno per “appicciarsi”. A cominciare da Lunedì prossimo per la cosiddetta "firma di cassa", cioè il passaggio del documento che testimonia la situazione contabile dell'Ente, con il dettaglio di entrate, uscite e disponibilità di contante in cassa. Qui i conti saranno facili e rapidi essendo nota la situazione finanziaria del Comune di Foggia. Saranno, semmai, i debiti a risultare difficili da conteggiare e risolvere. Comunque vadano le cose tra avanzi e disavanzi, si aspettano giorni caldi per il Gianni e non solo per il caldo che prima o poi dovrà pur scoppiare se è vero come è vero che già venti di turbolenza si stanno affacciando nelle marmoree stanze comunali. Venti di rivendicazione di cariche, di apparentamento e di appoggio. Comincia Sinistra e Libertà, il partito creato dal Governatore della Puglia Nichi Vendola, proprio quello che ha portato il Gianni sulla scena cittadina assegnandogli la Presidenza della Fiera di Foggia, e che ora già rivendica la primogenitura nella indicazione di Mongelli a candidato sindaco del centrosinistra. Sarà la verità? In genere chi è impegnato in una disputa si preoccupa della verità quanto il cacciatore si preoccupa della lepre. Ma intanto il Gianni va avanti con l’entusiasmo di un bambino che vede per la prima volta il mare, incurante delle onde che prima o poi si solleveranno all’interno della sua stessa maggioranza: Assessorati e Presidenti delle Agenzie comunali, Commissioni e Consigli di Amministrazione, insomma, posti al sole che nessuno vuole perdere.
Per adesso bocche cucite. Nessun nome viene pronunciato ma le indiscrezioni si susseguono di ora in ora. “Ho saputo che quello sarà a capo di quell’assessorato mentre quell’altro si beccherà quella presidenza” dice la gente che si ritiene sempre bene informata.
Noi intanto siamo per il chi vivrà vedrà e poi tireremo le somme sul lavoro fatto dal Gianni.
Per intanto, buon lavoro Signor Sindaco.

EffeTi

venerdì 26 giugno 2009

Il congresso del PD si terrà l'11 Ottobre 2009


«Non dobbiamo aver paura del congresso». Dario Franceschini parla alla direzione del partito e conferma la sua candidatura all’assise di ottobre. Il segretario del Pd contesta chi chiede un rinvio spiegando che «lo statuto parla chiaro» e che in precedenza in molti addirittura avevano chiesto di fissare la data del congresso direttamente nello statuto. «Sarebbe un paradosso - dice franceschini - rinviarlo ora». Le assise si terranno dunque domenica 11 ottobre, le primarie il 25 dello stesso mese. Secondo il segretario un confronto vero, aperto, «anche su linee politiche diverse ci farà bene». E annuncia che in questi mesi proverà a garantire, da segretario in carica, la pienezza della vita democratica del partito pur sostenendo la propria candidatura all’assise. Il segretario, che era stato criticato da alcune componenti ( i dalemiani) per il riferimento al "vecchio" che non deve tornare, ha ribadito la sua idea di rinnovamento: "Penso di investire sulla forza straordinaria del nostro territorio: sindaci, amministratori, segretari provinciali e regionali, consiglieri comunali, presidenti di circolo e giovani parlamentari". Saranno loro che, se Franceschini sarà eletto, saranno messi nelle condizioni di crescere "verso ruoli sempre più alti di responsabilità nel partito nazionale".


Nonostante tutto e tutti è bello partecipare alla vita di partito.

VENERDI' SABATO DOMENICA



La festa di 'Foggia Capitale' ha inizio oggi, venerdì 26 maggio e si concluderà domenica 28 giugno in Piazza Cattedrale. Il nuovo sindaco di Foggia Gianni Mongelli ha voluto ringraziare la città e i cittadini regalando loro tre momenti di intrattenimento che avranno luogo in tre diverse zone del capoluogo. Il programma avrà inizio venerdì 26 maggio alle ore 21.00 in via Candelaro, nei pressi della circoscrizione, con l'esibizione del gruppo Cantanapoli che intratterrà il pubblico con il repertorio classico partenopeo portato alla ribalta dall'artista foggiano Renzo Arbore. Sabato 27 maggio alle ore 21.00, in piazza Giovanni XXIII al rione CEP, sarà la volta del gruppo Quelli di stasera che proporranno brani di musica leggera italiana. Infine, domenica 28 maggio alle ore 21.00 in piazza Cattedrale si esibiranno gli Ambeversità del segnale che animeranno la serata del centro storico con musica dance anni '70.

giovedì 25 giugno 2009

SBALLOTTAGGIO


Sui ballottaggi in province e città, al centrosinistra non è andata così male. In effetti poteva andare peggio, come dimostrano le parole di Franceschini, che ha parlato di «un risultato per certi versi inaspettato», tale addirittura da indicare che «è iniziato il declino della destra». Alla fine, riassumendo, la maggioranza al governo prevale in 33 province e in 13 comuni, mentre l’opposizione mantiene 29 province e 17 comuni capoluogo. Sostanzialmente, il paese è spaccato a metà. Nelle città più importanti il centrosinistra si conferma a Bologna, Firenze, Ancona, Bari e, inaspettatamente a Foggia dove partendo da un risultato del primo turno sconfortante (26% contro il 42% del centro destra) ha saputo ribaltare la situazione, grazie anche al massiccio astensionismo, infliggendo al centro-destra una sonora battuta d’arresto (53,4% contro il 29,580). Anche in questo caso, come in gran parte d’Italia, l’apparentamento con l’UDC e con una frangia proveniente da destra (qui l’aspetto è più originale) è stato determinante.Ma è il rilevante astensionismo che a Foggia ha fatto crollare ogni tipo di strategia politica e di alleanze possibili. Se il centrosinistra con l'aggiunta di altre formazioni "fuori area" ha sostanzialmente tenuto, il centrodestra con solo qualche adesione "soggettiva" e con il peso dei non votanti ha ceduto clamorosamente. Da qui deve partire ogni tipo d'analisi sulle ragioni del voto.
Viceversa, a Firenze, Matteo Renzi ha stravinto ma c’era da aspettarselo e la vera sconfitta per lui era stata dover andare al ballottaggio. Renzi ha detto di aver preso, questa volta, un voto su tre anche tra gli elettori di Valdo Spini [il candidato dei comunisti fiorentini] e di Ornella De Zordo [candidata dei comitati] e ha annunciato che andrà a pregare sulla tomba di La Pira. Michele Emiliano, a Bari, ha travolto il centrodestra: signorilmente ha evitato di calcare la mano su Patrizia D’Addario, candidata dal ministro Fitto nella lista "La Puglia prima di tutto",però venerdì ha urlato dal palco, alla chiusura della campagna elettorale: "Noi l’amore non lo paghiamo!"
Il centrodestra si è preso le province di Milano e Venezia e non è poco, ma vero è che la vittoria in nessuno dei due casi è stata trionfale. Guido Podestà per esempio ha battuto Filippo Penati con uno scarto di soli 4.626 voti. E Penati, politico di mestiere, ha commentato la sconfitta "rilanciando": "A Milano città si è aperta la caccia alla Moratti", ha tuonato, "anzi è lei a dover inseguire. La sfida è aperta!". Lui pensa già alle elezioni comunali del 2011, e non c’è nulla di male, però se vuole vincerle sarebbe meglio pensare al perché ha perso oggi. E dovrebbe cominciare a ragionare dai comuni dell’hinterland che hanno dato la vittoria a Podestà, uomo di Berlusconi, e dal rapporto con le sinistre. Al Nord, comunque, il centrosinistra mantiene quello che Repubblica chiama "qualche presidio importante": Padova e le province di Torino, Alessandria, Belluno e Rovigo.

Al centrosinistra va meglio al sud e, in Puglia, si affermano grossi comuni come Foggia e Bari ma non quelli di Lucera e San Severo, sin qui ritenute città se non rosse almeno rosate.
In Campania, ad esempio, su otto comuni al ballottaggio vince in quattro, a partire dal capoluogo Avellino e da Acerra [in provincia di Napoli]. Due le amministrazioni comunali campane che vanno al Pdl: Gragnano e Marigliano, entrambe in Provincia di Napoli. Due settimane fa, al primo turno, si profilava il disastro: il centrodestra aveva conquistato tutte e tre le province al voto [Napoli, Salerno ed Avellino] e cinque comuni su otto.

E adesso, buon lavoro a tutte le amministrazioni di ogni colore e ai posteri la prossima sentenza.

EffeTi

mercoledì 24 giugno 2009

Il ritratto della felicità


martedì 23 giugno 2009

Foggia Capitale





Foggia, 147 sezioni su 147

MONGELLI
33.855
53,4

SANTANIELLO
29.580

46,06

sabato 20 giugno 2009

Derby del Sud


venerdì 19 giugno 2009

Una sera con Gianni

L’appuntamento era per le 20,00, in punto. Così recitava l’avviso attaccato ai vetri del comitato di Sergio Clemente. Tutti l’avevano letto, tutti erano stati informati e tutti erano lì, alle venti in punto a calpestare il selciato acceso dal caldo di stagione, ma Gianni non c’era. Lui si era perso negli ultimi comizi di chiusura di una campagna elettorale infinita e di un ballottaggio per agguantare la poltrona di primo cittadino, stressante. Eppure nessuno si muoveva da quel budello di strada chiamato Via Menduni stretto da alti caseggiati punteggiati da un’infinità di balconi che paiono attaccati alle nubi, riempito di voci, di stridori di auto che fendevano altezzose la folla accalcata su quella striscia d’asfalto.
“Ma Gianni quando viene?” chiedeva qualcuno. E la risposta era sempre sull’evanescente che, come si sa, non ha i colori della certezza. Era più il gesto che completava la frase: braccia allargate a suggerire la particella negativa.
Sussurri e grida a far fremere l’attesa e renderla ancor più incandescente.
“Sa na coce”, ripeteva, di tanto in tanto, Michele, con il suo vocione roboante.
“Chi, noi?” domandava il poco informato sull’inclinazione politica del nostro.
Lui strabuzzava gli occhi, allargava il suo sorriso velato d’ironia e poi sparava una pallottola al fulmicotone: “No, gli altri, quelli che si nascondono dietro le bugie di un nano”. Chi capiva, rideva, chi era lento a comprendere si macerava nel dubbio: il nano? Un altro Carneade o un nuovo gioco di Scarabeo?
Intanto, tra un frizzo e un lazzo, le lancette dell’orologio, anche loro stanche di girare a vanvera, si erano fermate alle 21,30. L’ora X era scoccata e, finalmente, Gianni Mongelli rinvenne tra la sua gente. Il volto stanco, la figura un po’ ingobbita da tanto camminare tra mercati, piazze, strade, associazioni, pulpiti alzati alla meglio. Ma dietro alla sua maschera algida s’intravedeva serenità e volontà d’azione, e, dominando la sua iniziale riservatezza ha inanellato un discorso pieno di autentica complicità con il suo elettorato e di concretezza verso le cose da fare se sarà eletto Sindaco di Foggia. Questa città che molti blasfemi danno per spacciata risveglia in lui sentimenti d’autentico amore. “Se si ama una donna lo si fa sia in pieno sole, gustando tutta la sua bellezza, sia al suo risveglio quando si presenta in pantofole e scarmigliata ed è così che io vedo e amo la mia Foggia” dichiara con fermezza. Quest’affresco è piaciuto molto agli astanti e gli applausi si sono profusi scroscianti, alla spella mano.
“Non ci deludere Gianni”, hanno sussurato tra le fila e lui, per tutta risposta, ha regalato uno dei suoi dolci sorrisi che in questo frangente valevano molto di più di qualche frase ad effetto.
Tutta qui la serata. Ma in quella mezz’ora o poco più tutto è rientrato in una dimensione più profonda e più convinta che questo è l’uomo giusto per governare una nave con tante falle che porta il nome di Foggia.
EffeTi.

giovedì 18 giugno 2009

Volata finale


Il count-down sta per terminare. Sulla rampa di lancio i due candidati sindaco, Gianni Mongelli ed Enrico Santaniello, aspettano con impazienza l’OK degli elettori. Nelle navicelle di entrambi stanno stipate le loro alleanze che sono state create ad hoc per sostenerli. Alcuni dicono che sono improbabili, altri, invece, plaudono al coraggio dei due duellanti per aver accettato di guidare coalizioni così arcobaleno che di più non si può. Da destra a manca per uno, e solo a Destra per l’altro. Fascio-comunisti gridano gli uni, semplicemente fascisti ribadiscono gli altri. Ma alla fine, quello che conta, è chi verrà scelto dal popolo foggiano, sulla base della maggiore credibilità espressa in campagna elettorale e, non per ultimo, di aver saputo “bucare” maggiormente lo schermo televisivo. Quelli che oggi dicono “nonècosì” domani dovranno necessariamente togliere l’avverbio di negazione e chiedere solamente l’impegno di guidare il Comune con abnegazione e soprattutto di mettere in un cassetto quella patina di arroganza che è venuta fuori durante la campagna elettorale.
Per guidare il Comune di Foggia al di la delle secche in cui si trova ci vuole semplicità nelle azioni, una giusta dose di fantasia, tanto coraggio e soprattutto fermezza nel non assecondare le volontà di chi si sente privilegiato o potente e vuole solo perseguire interessi personali.
Qui, a Foggia, è l’ora che tutto e tutti si debbono mettere in gioco. E’ l’ora di chiudere i conti con amministrazione stanche e capricciose, e svoltare verso la trasparenza degli atti, delle azioni condivise con maggioranze certe e determinate. E’ la città che lo vuole per risorgere, una volta per tutte.
La politica non è cosa astratta e, soprattutto, quella amministrativa deve e può essere la dottrina del possibile.
EffeTi.

Il referendum questo sconosciuto.


Un italiano su due ignora che si tratta di un referendum e un numero altissimo non ne conosce i contenuti. E va bene che in 30 località ci sono i ballottaggi, ma l’estate è scoppiata. E riuscire a portare alle urne il 50 per cento dei votanti e raggiungere il fatidico quorum appare un’ardua impresa.


I quesiti
Sono tre, su schede di colore diverso. La legge attuale, proporzionale, prevede un premio di maggioranza da attribuire (su base nazionale alla Camera, regionale al Senato) o alla «singola lista» vincente o alla «coalizione di liste». Il primi due quesiti propongono di eliminare la seconda possibilità. Chiedono infatti di cancellare il collegamento fra liste alla Camera (scheda viola) e al Senato (scheda beige chiaro) e il premio alla coalizione. Il terzo (scheda verde) chiede invece di abrogare le candidature plurime, cioè la possibilità, per la stessa persona, di candidarsi in più circoscrizioni.


Cosa cambia
Se passasse il sì alle prime due domande, il premio di maggioranza verrebbe attribuito alla singola lista vincente. E verrebbero innalzate le soglie di sbarramento, al 4% alla Camera, all’8% al Senato. Il sì alla terza domanda cancellerebbe invece i «ripescaggi», che permettono all’eletto in più circoscrizioni di decidere il destino degli altri, stabilendo dove ritirarsi. La «porcata» resterebbe però intatta: le liste rimarrebbero «bloccate» e scelte dall’alto.

Che fare

Affidarsi al buon senso e alla propria personale sensibilità politica è l’unica ricetta che mi sento di consigliare. Votare o meno è quanto mai relativo perché, comunque vadano le cose, cioè che vinca il si, il no o l’astensione i politici continueranno a fare, indisturbati, il proprio lavoro.

EffeTi.

martedì 16 giugno 2009

Gianni Mongelli al Comitato di Sergio


TomTom: Comitato di Sergio Clemente, Via Menduni, 2 (di fronte alla Chiesa di San Ciro) Foggia

domenica 14 giugno 2009

Ala acta est.



Oggi è finita anche a Foggia la corsa alle nuove parentele per i candidati al ballottaggio per la poltrona di Sindaco ed è successo quello che meno t’aspetti. Il capitano della squadra del PDL, Enrico Santaniello correrà con la sua solita compagine e senza “stranieri” a rafforzarla, ad eccezion fatta del vecchio leone mai domo che risiede a Destra, Agostinacchio, mentre il leader avversario, Gianni Mongelli, si avvarrà del contributo dell’80% delle forze che in prima battuta rientravano sotto la sigla dell’UDC e cioè la Rosa Bianca, le liste Lambresa Sindaco e Amare Foggia. Rimangono alla sbarra i Cristiani Uniti dell’ex sottosegretario del Governo di Centro Sinistra, Gianni Mongiello che, nonostante la quasi omonimia con il candidato Sindaco rifugge all’apparentamento e, incredibilmente anche l’Italia dei valori che si aggrappa, come scusante per il mancato appoggio, all’assenza di garanzia di discontinuità amministrativa tra questo raggruppamento e l’amministrazione precedente. Ci crediamo sulla parola anche se qualche dubbio rimane. Diceva l’Alighieri “che è bell’onor che s’acquista in far vendetta” e l’IDV qualche dente ce l’ha da cavare. Nonostante queste defaillance rimane per Mongelli la soddisfazione di aver raggiunto un risultato complessivamente pieno e insperato che almeno consentirà, a chi ha voglia di centrosinistra, di sognare per altri sette giorni.
Ai posteri, pardon, agli elettori, l’ardua sentenza.


venerdì 12 giugno 2009

Gli esami non finiscono mai


Forse si sta per mettere la parola fine al giallo delle disfunzioni riscontrate in 11 sezioni su 147 scrutinate nel Comune di Foggia. Una serie di irregolarità che hanno creato momenti di autentica fibrillazione tra tutti i candidati di ogni schieramento politico presente alla tornata elettorale. Adesso c’è chi dice che si tratta di un “semplice” errore di comunicazione riscontrato particolarmente dai verbali che riassumevano i voti riportati sulle schede elettorali. Insomma una serie di contraddizioni che ha generato una confusione biblica innescando, altresì, tutta una serie di sospetti sulla effettiva regolarità del voto. C’era già chi era pronto a giurare che erano state sottratte delle schede o chi sosteneva che erano addirittura sparite alcune urne e, in effetti proprio oggi è stata rinvenuta nei pressi della Città del Cinema (tanto per fare spettacolo) una scatola in cartone del Ministero dell'Interno vidimata e timbrata. All'interno vi era la documentazione (9 buste) delle sezioni 45 e 56 relativa alle ultime elezioni (europee e comunali). Intanto si stanno esaminando presso gli Uffici elettorali del Comune di Foggia, i Verbali che, scrutati con più attenzione hanno rivelato che alcuni di loro sono stati sbagliati solo allo scopo di fare quadrare il cerchio o i conti. Secondo Palazzo di Città ci si sarebbe trovati di fronte ad una serie di incongruenze. Esempio: voti di preferenza ai candidati sindaco che sarebbero stati intesi come voti di lista, il voto disgiunto rimane ai più interdetto, o totali sbagliati. Si tratta sempre di dati che potranno essere suscettibili a variazioni, dicono dall'ufficio comunale. Le copie dei verbali delle 11 sezioni sotto accusa, sono state chiuse e sigillate. Il tutto sarà affidato alla commissione esaminatrice, così come sarà affidato alla commissione il caso di una sezione che avrebbe presentato il verbale in bianco. Al momento, dunque, si tratta di dati ufficiosi. Questo disguido allungherà di qualche giorno i tempi per avere l'ufficialità definitiva dei risultati per queste amministrative 2009. Anche per questo motivo, il sito del Comune di Foggia risulta disperso nel mare di Internet e chi aspetta i risultati definitivi dovrà trascorrere ancora notti insonni prima di tirare un sospiro di sollievo o di rivolgere qualche moccolo al cielo.

EffeTi

giovedì 4 giugno 2009

Ricordo di Matteo Rinaldi: l'uomo, il calciatore.


I colori del Foggia si identificano profondamente con l'identità storico-culturale della nostra città e di tutta la Capitanata. Le gesta della nostra squadra e dei suoi calciatori più rappresentativi, sono tasselli di fondamentale importanza della nostra storia. E questo vale soprattutto per Matteo Rinaldi, simbolo di alcune tra le pagine più belle della nostra storia calcistica il cui ricordo è indelibilmente legato alla stagione in serie "A" del 1964-65. Chi ricorda Matteo rinaldi lo definisce come un uomo schivo che non amava i riflettori ma, al tempo stesso, un punto di riferimento per i compagni di squadra, i ragazzi più giovani e tutta la città. Rinaldi con la sua straordinaria umanità, il suo senso del rispetto delle regole e degli avversari è il simbolo di una stagione del calcio italiano che ha ancora tanto da insegnare e da trasmettere ai più giovani. L'emblema di un momento, di una fase importante dello sport nazionale, in cui i valori dominanti erano lo spirito di squadra, il sacrificio, la dedizione.

Rinaldi è ancora oggi un punto di riferimento per i ragazzi e per i giovani che si avvicinano al mondo del calcio.

Abbiamo bisogno di uomini e di simboli come Matteo Rinaldi per trasmettere alle nuove generazioni valori come la Pace, il rispetto dell'altro, il dialogo, per far si che il calcio diventi luogo di speranza e di cultura sportiva e non solo di facili guadagni.

Sergio Clemente

martedì 2 giugno 2009

Elezioni europee ed amministrative 2009 - Regolamento -

Sabato 6 giugno, dalle ore 15.00 alle ore 22.00, e domenica 7 giugno, dalle ore 7.00 alle ore 22.00, si svolgeranno le operazioni di voto per le elezioni dei 72 membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia, dei presidenti e dei consigli di 62 province e dei sindaci e dei consigli di 4.281 comuni (di cui 30 capoluoghi di provincia). Lo scrutinio dei voti per il Parlamento europeo inizierà a partire dalle ore 22.00 di domenica 7 giugno, subito dopo la conclusione delle operazioni di voto e l’accertamento del numero dei votanti; lo scrutinio dei voti per le consultazioni amministrative avrà inizio alle ore 14.00 di lunedì 8 giugno, dando la precedenza allo spoglio delle schede per le elezioni provinciali, comunali e, eventualmente, circoscrizionali. In caso di effettuazione del turno di ballottaggio per l’elezione dei presidenti di provincia e dei sindaci – che si svolgerà contemporaneamente alla consultazione referendaria - si voterà domenica 21 giugno, dalle ore 8.00 alle ore 22.00, e lunedì 22 giugno, dalle ore 7.00 alle ore 15.00. Le operazioni di scrutinio avranno inizio nella stessa giornata di lunedì, al termine delle votazioni e dell’accertamento del numero dei votanti, procedendosi prima alle operazioni di scrutinio delle schede referendarie e successivamente, senza interruzione, a quelle per l’elezione dei presidenti delle province e/o dei sindaci.

COME SI VOTA ELEZIONI EUROPEE
L’elettore, all’atto della votazione, riceverà un’unica scheda, di colore diverso a seconda della circoscrizione elettorale nelle cui liste è iscritto: grigio per l’Italia nord-occidentale (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia); marrone per l’Italia nord-orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna); rosso per l’Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio); arancione per l’Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria); rosa per l’Italia insulare (Sicilia, Sardegna). Il voto di lista si esprime tracciando sulla scheda, con la matita copiativa, un segno sul contrassegno corrispondente alla lista prescelta. I voti di preferenza − nel numero massimo di tre, tranne che per le liste di minoranza linguistica collegate ad altra lista per le quali può esprimersi una sola preferenza − si esprimono scrivendo nelle apposite righe, tracciate a fianco e nel rettangolo contenente il contrassegno della lista votata, il nome e cognome o solo il cognome dei candidati preferiti, compresi nella lista medesima; in caso di identità di cognome tra candidati, deve scriversi sempre il nome e cognome e, ove occorra, data e luogo di nascita. Non è ammessa l’espressione del voto di preferenza con indicazioni numeriche.


ELEZIONI NEI COMUNI CON POPOLAZIONE SUPERIORE A 15.000 ABITANTI DI REGIONI A STATUTO ORDINARIO (SCHEDA AZZURRA)
La scheda reca i nomi e i cognomi dei candidati alla carica di sindaco, scritti entro un apposito rettangolo, al cui fianco sono riportati i contrassegni della lista o delle liste con cui il candidato è collegato. L’elettore può votare: • per una delle liste tracciando un segno sul relativo contrassegno; il voto così espresso si intende attribuito anche al candidato sindaco collegato; • per un candidato a sindaco tracciando un segno sul relativo rettangolo, non scegliendo alcuna lista collegata; il voto così espresso si intende attribuito solo al candidato alla carica di sindaco; • per un candidato a sindaco, tracciando un segno sul relativo rettangolo, e per una delle liste collegate tracciando un segno sul relativo contrassegno; il voto così espresso si intende attribuito sia al candidato alla carica di sindaco sia alla lista collegata; • per un candidato a sindaco, tracciando un segno sul relativo rettangolo, e per una lista non collegata tracciando un segno sul relativo contrassegno; il voto così espresso si intende attribuito sia al candidato alla carica di sindaco sia alla lista non collegata (cd. “voto disgiunto”). L’elettore potrà altresì manifestare un solo voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere comunale, segnando, sull’apposita riga stampata sulla destra di ogni contrassegno di lista, il nominativo (solo il cognome o, in caso di omonimia, il cognome e nome e, ove occorra, data e luogo di nascita) del candidato preferito appartenente alla lista prescelta. Per il ballottaggio il voto si esprime tracciando un segno sul rettangolo entro il quale è scritto il nome del candidato prescelto.

TESSERA ELETTORALE
Per poter esercitare il diritto di voto presso gli uffici elettorali di sezione nelle cui liste risultano iscritti, gli elettori dovranno esibire, oltre ad un documento di riconoscimento valido, la tessera elettorale personale a carattere permanente, che ha sostituito il certificato elettorale. Chi avesse smarrito la propria tessera personale, potrà chiederne il duplicato agli uffici comunali, che a tal fine saranno aperti dal lunedì al venerdì antecedenti l’elezione, dalle ore 9 alle ore 19, il sabato di inizio delle votazioni dalle ore 8 alle ore 22 e la domenica per tutta la durata delle operazioni di voto.
(fonte Ministero dell’Interno)