
Come possono gli altri dare valore a ciò che noi per primi non riconosciamo come importante? Non si capisce altrimenti la contrapposizione, che si sta riproponendo anche in queste ore, tra iscritti ed elettori. Un risultato, che non sta premiando il segretario uscente nei congressi dei circoli, non può portare allo svilimento e all’umiliazione di chi vi sta partecipando con passione, compresi tutti coloro che votano Franceschini stesso o per Marino. Sembra quasi che sia diventata una colpa essere iscritti al Partito Democratico! In queste settimane in migliaia di congressi si sta sviluppando una grande partecipazione con un ritorno, dopo mesi e mesi di assenza, di un’importante discussione politica, in una fase molto delicata per il nostro paese, e che vedrà il suo sbocco nelle primarie del 25 ottobre. Giorno nel quale siamo sicuri che ci sarà una grande mobilitazione popolare. Non si capisce perciò per quale ragione la prima parte del percorso congressuale debba essere derisa e delegittimata. Si stanno umiliando persone, ragazze e ragazzi, cittadini che vogliono essere protagonisti della vita e della democrazia interna del Pd, volontari che lavorano e danno l’anima tutto l’anno, affibbiando loro ingiustamente l’etichetta di apparato.
È solo grazie al lavoro di decine di migliaia di volontari se in tutto il paese è ancora possibile realizzare le feste del Pd; stiamo parlando di quegli stessi volontari che i leader del partito, che oggi definiscono «apparato » dichiarando inutile la loro partecipazione, non si stancano di ringraziare tutte le volte che tengono un comizio o un dibattito girando per le cucine delle feste e tentando talvolta di somigliargli. Non si può riconoscere così giustamente il valore dell’impegno di questi volontari e dire, qualche giorno dopo, che la loro opinione non conta nulla. Ed è sempre grazie a loro se siamo in grado di organizzare la presenza del partito sul territorio. Dovremmo essere tutti ugualmente orgogliosi di questo patrimonio di partecipazione e senso civico, tanto più in un’epoca in cui il rapporto tra i cittadini e la politica viveunmomentodi grave difficoltà.
Delegittimare questo passaggio, oltre che ingiusto, è irresponsabile. Se le percentuali si dovessero mantenere su questi livelli saranno comunque circa 350mila le persone che, alla fine, avranno partecipato ai congressi di circolo. Un numero imponente, sconosciuto in altri paesi europei, di persone che dimostrano cosa può essere in positivo la vita di un partito, e che stanno offrendo al paese un esempio di cosa vuol dire democrazia partecipata. È proprio lo sforzo di confronto tra le varie posizioni politiche e le diverse personalità che possiamo contrapporre a quei partiti, leaderisti se non padronali,comeesempio di trasparenza e di democrazia interna. Evitiamo di ripercorrere strade sbagliate di chi continua a coltivare l’idea, che non ci porterebbe molto lontano, di un partito liquido.
Contributo di Filippo Penati.


